Pensieri lenti e veloci

by PASSIONECAITPR

Pensieri Lenti e Veloci è un capolavoro del premio Nobel Daniel Kahneman, che ci conduce nell’esplorazione della mente umana, mostrandoci come essa sia formata da due sistemi mentali di valutazione della realtà: un sistema automatico e un sistema riflessivo.

Un viaggio tra la complessità dei nostri pensieri che ci possono permettere di realizzare operazioni complesse, ma che ci possono anche far cadere in errori sistematici – i preconcetti – che si possono evitare solo conoscendone il meccanismo.

NOTA DI PASSIONECAITPR

La scelta di condividere con i nostri follower e a tutti gli appassionati del Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, alcune letture nasce dall’esigenza di rivolgersi alla razza CAITPR anche in termini di cultura e formazione.
Ci auguriamo che suggerire spunti di riflessione ed approfondimenti su vari temi possa essere un sistema valido per sensibilizzare quanti si rivolgono all’Allevamento, in maniera curiosa e motivata, in un’ottica di crescita costante.


L’Autore

Daniel Kahnemann è uno psicologo israeliano nato a Tel Aviv nel 1934.

Daniel Kahneman

È docente a Princeton, è stato tra i fondatori della finanza comportamentale.

Ha condotto molti studi sui processi decisionali in economia e nelle situazioni di incertezza.

Ha vinto il Premio Nobel per l’Economia nel 2002, diventando il secondo psicologo nella storia a ottenere il Premio Nobel per l’Economia.

Nel 2015 l’Economist lo ha segnalato come il settimo economista più influente al mondo.

Abbiamo scelto due citazioni

“La pigrizia è profondamente radicata nella natura umana.”

“L’avversione all’idea di non raggiungere l’obiettivo è molto più forte del desiderio di superarlo.”


Introduzione

Lo scopo del libro è arrivare a una comprensione più profonda dei giudizi, delle intuizioni e delle scelte.

Gli errori sistematici sono definiti bias e sono preconcetti che ricorrono in maniera prevedibile in determinate circostanze.

Capire e conoscere i bias dona più strumenti di ragionamento e consente di evitare gli errori.

Tutte le ricerche effettuate hanno documentato errori sistematici nel pensiero di persone normali e sane.

Essi sono stati imputati alla struttura del meccanismo cognitivo, non al fatto che le emozioni corrompano il pensiero.

Nessuna denigrazione dell’intelligenza o delle emozioni, quindi, ma una disincantata scoperta dei meccanismi e degli schemi di pensiero.


DA RICORDARE

Abbiamo due sistemi mentali di valutazione della realtà: il sistema 1 è automatico, il sistema 2 è riflessivo.

Il sistema 2 è ciò che pensiamo di essere, il sistema 1 è ciò che siamo in profondo.

I giudizi si formano tramite un processo euristico basato su tentativi che avvicinano gradualmente al responso finale.

Così troviamo risposte adeguate, anche se imperfette, a quesiti difficili.

La narrazione e il giudizio a posteriori ci danno un senso di sicurezza confortevole, ed è anche più difficile mettere in dubbio le nostre convinzioni.

Infatti, siamo stati abituati a ritenere che all’uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l’istinto e l’emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa.

Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti – magari da parte del nostro stesso modo di pensare – che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un’esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2).

Se il primo presiede all’attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo.

Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse.

Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l’intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.


Ma cos’è un BIAS COGNITIVO?

Ce lo spiega Andrea Bottoni.

[…] Tutte le leve del marketing che studiamo e leggiamo continuamente in vari gruppi, corsi o libri funzionano per via di come è programmato il nostro cervello. 

E il nostro cervello, per quanto sia uno degli organi più affascinati e complessi che la natura è riuscita a creare, non è perfetto.

Esattamente come un sistema operativo o un qualunque software ha dei bug, degli errori che per sua natura è portato a commettere.

Questi errori li abbiamo chiamati bias.

Quando ad esempio rimandiamo un problema a domani è perché spesso siamo convinti che in futuro sapremo risolvere meglio quel problema. Siamo sempre convinti che domani saremo persone più produttive, più diligenti e più sagge.

Ecco, questo è un esempio di bias cognitivo. 

Tendiamo continuamente a sovrastimare quello che potremmo fare in futuro convinti che nel futuro saremo automaticamente persone migliori di quelle che siamo oggi.

Un altro esempio di bias consiste nel fatto che tendiamo a dare maggiore rilevanza alle sole informazioni in grado di confermare la nostra tesi iniziale.

Per leggere l’approfondimento completo basta un click


Leggi anche: BIAS COGNITIVO SU WIKIPEDIA


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