Gli habitat montani sono scrigni naturali di Biodiversità

by PASSIONECAITPR

(La catena del Gran Sasso in una foto di Marta Fusetti @)


La biodiversità delle specie e degli habitat di montagna è incredibile. Le montagne costituiscono poco più di un quarto della superficie terrestre e gli habitat montani sono scrigni naturali di Biodiversità.

Circa 25 dei 34 principali centri di biodiversità del mondo si trovano proprio nelle regioni montane.

Le montagne costituiscono un pilastro vitale per centinaia di milioni di persone, fornendo una risorsa preziosa: l’acqua. Liquido prezioso, originato nelle vette montane, è cruciale per la nostra sopravvivenza. Ogni giorno, il 50% della popolazione mondiale attinge a fonti montane per l’approvvigionamento idrico, e due terzi delle coltivazioni agricole globali dipendono dai flussi montani.

L’ecosistema montano è un tesoro di biodiversità, ospitando circa il 75% dei principali centri di biodiversità del mondo.

Nonostante coprano solo il 25% della superficie terrestre, le montagne sono abitate da 1,1 miliardi di persone che dipendono strettamente dalle risorse offerte da questi ambienti. Il recente allarme, lanciato durante la Cop 28 a Dubai in occasione della Giornata Internazionale della Montagna (11 dicembre), rivela una situazione critica.

Il rapporto congiunto del Segretariato della Mountain Partnership della FAO e dell’UNEP sottolinea che il cambiamento climatico e l’attività umana stanno rapidamente degradando gli ecosistemi montani.

Questa minaccia non solo compromette la vita e il sostentamento delle comunità locali, ma anche la fauna selvatica e le risorse idriche essenziali per l’intera umanità.

UN’ANALISI INTERESSANTE

I segni del cambiamento climatico, come il ritiro dei ghiacciai e la perdita di estensione della copertura nevosa, sono evidenti. Le attività umane contribuiscono al degrado, con l’inquinamento e la presenza di microplastiche che raggiungono anche le cime più remote, comprese quelle dell’Everest.

Le regioni montane, che rappresentano il 25% delle aree montane globali, sono soggette a rischi significativi di frane, mentre gli eventi climatici estremi stanno aumentando a livello globale nonostante di base gli habitat montani siano scrigni naturali di Biodiversità.

Il rapporto sottolinea che nelle regioni montane dei paesi in via di sviluppo, dove metà della popolazione è già a rischio di insicurezza alimentare, la perdita dei servizi eco-sistemici ha un impatto devastante, specialmente sulle comunità più vulnerabili, come le donne e le popolazioni indigene.

Per invertire questa tendenza negativa, le Nazioni Unite hanno proclamato il periodo 2021-2030 come il Decennio per il ripristino degli ecosistemi.

Gran Sasso paesaggio montano
Uno scorcio della montagna di Assergi in provincia dell’Aquila – foto @ Marta Fusetti

Il rapporto FAO-UNEP sottolinea l’esigenza di istituire pratiche di ripristino applicabili nelle regioni montane, enfatizzando la necessità di interventi strategici e integrati.

La gestione sostenibile del suolo, la riforestazione e il miglioramento dell’habitat per la fauna selvatica sono metodi comprovati ed efficaci.

Il coinvolgimento attivo delle popolazioni locali è essenziale per il successo di queste azioni di ripristino. Il rapporto enfatizza che gli abitanti delle montagne devono essere al centro di queste iniziative, utilizzando pratiche sostenibili, peraltro già identificate nel rapporto FAO-UNEP.

Solo attraverso investimenti costanti, monitoraggio regolare e azioni concrete possiamo sperare di preservare e rivitalizzare gli ecosistemi montani di cui tutti noi dipendiamo.

ESEMPI SOSTENIBILI

Un esempio di successo in questo campo è il programma che coinvolge Kirghizistan, Ruanda, Serbia e Uganda, realizzato sotto la guida dell’UNEP, della Convenzione dei Carpazi e della Mountain Partnership. 

Si tratta di un’iniziativa di punta del Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi montani e sostiene interventi di ripristino su larga scala e a lungo termine degli ecosistemi montani, offrendo al contempo opportunità economiche sostenibili alle popolazioni locali.

In Kirghizistan 14.000 ettari di pascoli e ghiacciai nelle montagne del Tien-Shan sono stati convertiti in riserva naturale grazie alla collaborazione tra le comunità locali e l’ONG locale CAMP Alatoo. Oggi, ex cacciatori e pescatori sono diventati ranger comunitari che pattugliano la micro-riserva di Baiboosun, di recente istituzione, e gestiscono le foto-trappole per il monitoraggio della fauna selvatica.

I pastori locali (al pari dei nostri Allevatori Custodi) dal canto loro hanno adottato tecniche di pascolo moderne che hanno migliorato la vegetazione e la qualità dei pascoli all’interno della riserva.

Grazie a questi interventi, le popolazioni di leopardo delle nevi e di stambecco sono in aumento all’interno della riserva. Molti membri della comunità hanno intrapreso nuove attività economiche, come la produzione di formaggi e la realizzazione di souvenir in feltro.


Nel massiccio del Virunga, che si estende tra la Repubblica Democratica del Congo, il Ruanda e l’Uganda, il numero dei gorilla di montagna è in costante aumento.

La specie è ora classificata come “in pericolo”, ma non più “in pericolo critico” come cinque anni fa. 

Dagli anni 1980, il numero di questi gorilla è raddoppiato. Le comunità locali che confinano con il parco sono ora coinvolte in lavori di ripristino ecologico e nell’eco-turismo, che fornisce fonti di reddito alternative al bracconaggio.


L’isolamento e la lontananza delle regioni di montagna non devono farci dimenticare l’attenzione che meritano. Queste iniziative dimostrano che si può fare molto per proteggere questi luoghi e conservare le biodiversità che vi abitano.

Ripristinare gli ecosistemi è un modo per investire nel futuro delle nostre montagne e delle generazioni a venire, preservando la biodiversità locale e aprire prospettive di crescita economica sostenibile dal punto di vista ambientale, oltre che a creare opportunità economiche “sostenibili” per le comunità locali.

Tiina Vähänen, Vice Direttrice della divisione delle foreste, FAO
Susan Gardner, 
Direttrice della divisione ecosistemi, UNEP

Published by the Food and Agriculture Organization of the United Nations and the United Nations Environment Programme


Gli habitat montani sono scrigni naturali di Biodiversità.

Sarà il caso di iniziare a pensare modello virtuosi anche nel nostro Paese: le montagne offrono molto di più che skyline e panorami mozzafiato. Sono fonte di vita per centinaia di milioni di persone.

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