Allevare cavalli da tiro nelle aree marginali: una scelta per il futuro

by PASSIONECAITPR
Allevare cavalli da tiro nelle aree marginali: una scelta per il futuro

Tra zootecnia, cultura e sostenibilità ambientale

In un mondo dominato dalla meccanizzazione agricola e dall’agricoltura intensiva, l’allevamento dei cavalli da tiro potrebbe sembrare una pratica relegata al passato. Eppure, negli ultimi anni, un rinnovato interesse per le razze da tiro si sta affermando soprattutto nelle aree marginali, dove questi animali non solo conservano un valore identitario, ma possono giocare un ruolo chiave nella gestione sostenibile del territorio e nella valorizzazione delle risorse locali.

Secondo la FAO (già nel 2015), la conservazione delle razze autoctone e tradizionali è oggi una delle strategie raccomandate per preservare la biodiversità zootecnica e garantire la resilienza dei sistemi agricoli. In Italia, come in molti Paesi europei, l’abbandono progressivo delle pratiche tradizionali ha portato a un declino numerico di molte razze da tiro, oggi incluse in programmi di conservazione.

Ma perché oggi, nel 2025, dovremmo continuare a scegliere di allevare cavalli da tiro in queste aree marginali? La risposta va cercata a cavallo tra la scienza zootecnica, l’antropologia culturale e le nuove sfide ambientali.

Allevare cavalli da tiro nelle aree marginali: una scelta per il futuro

Il cavallo da tiro: una risorsa per i territori difficili

Dal punto di vista zootecnico, le razze da tiro sono animali straordinariamente adattati a contesti ambientali poveri e a sistemi estensivi. Come evidenziano gli studi di Boettcher et al. (2010) sulla gestione delle risorse genetiche animali, queste razze possiedono caratteristiche preziose: rusticità, capacità di sfruttare foraggi di bassa qualità, resistenza al clima e alle malattie, e attitudine al lavoro anche in ambienti impervi.

In Italia, esperienze di gestione forestale sostenibile come quelle documentate dalla Rete Rurale Nazionale (2020) hanno dimostrato l’efficacia dell’uso dei cavalli da tiro per il trasporto del legname in zone montane, dove i mezzi meccanici rischiano di danneggiare il suolo e la vegetazione. Progetti analoghi sono stati sviluppati anche in Francia, dove l’impiego del cavallo da tiro nel cosiddetto “débardage” (esbosco a trazione animale) è supportato da enti come l’Institut Français du Cheval et de l’Équitation (IFCE).

Inoltre, la presenza di cavalli da tiro in pascoli semi-abbandonati può contribuire a limitare l’avanzamento del bosco e a ridurre il rischio di incendi, come evidenziato nelle ricerche condotte da Perevolotsky & Seligman (1998) sulla gestione del fuoco attraverso il pascolamento controllato.

Identità culturale e turismo rurale

Oltre all’aspetto ecologico, allevare cavalli da tiro nelle aree marginali significa preservare un patrimonio culturale immateriale. La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, nel riconoscere la transumanza come patrimonio culturale dell’umanità (2019), ha sottolineato l’importanza dei saperi tradizionali legati all’allevamento estensivo, alla mobilità lenta e alla gestione collettiva del territorio.

In molte comunità montane e rurali italiane, il cavallo da tiro è ancora oggi al centro di feste popolari, fiere, rievocazioni storiche e attività turistiche che attraggono visitatori in cerca di esperienze autentiche. Secondo MacDonald & Jolliffe (2003), il turismo rurale e quello basato sull’heritage culturale rappresentano una delle chiavi per la rigenerazione economica delle aree marginali, offrendo nuove opportunità per le aziende agricole che allevano razze da tiro.

Un valore anche per la filiera territoriale

Non va trascurato un altro aspetto: le razze da tiro possono contribuire alla diversificazione delle produzioni agricole, anche attraverso la diversificazione del reddito agricolo.

Allevare cavalli da tiro nelle aree marginali: una scelta per il futuro. L'esbosco e i lavori somati come differenziazione del reddito
Produzioni finalizzate all’esbosco e ai lavori somati

Biodiversità: una questione genetica e culturale

Come ricordato nel Rapporto FAO 2023 sullo Stato delle Risorse Genetiche Animali, la perdita di una razza locale comporta non solo la riduzione della variabilità genetica, ma anche la perdita di conoscenze e pratiche associate. La zootecnia moderna sta recuperando il concetto di “razza funzionale“, dove l’adattamento locale e la multifunzionalità superano l’obiettivo produttivo puro.

In questo senso, il cavallo da tiro può essere considerato un patrimonio integrato, in cui la genetica, l’ambiente, la cultura e la funzione economica convivono e si rafforzano a vicenda.

Le prospettive future

La sopravvivenza delle razze da tiro nelle aree marginali dipenderà dalla capacità di inserirle in modelli economici moderni e sostenibili:

  • programmi agroambientali che incentivano l’allevamento estensivo
  • sinergie con il turismo rurale e il marketing territoriale
  • utilizzo nei servizi ecosistemici e nella manutenzione del territorio
  • partecipazione a filiere territoriali di qualità
  • coinvolgimento nelle attività educative e culturali

Come sottolinea Mattiello et al. (2017), per assicurare il futuro di queste razze è necessario integrare approcci multidisciplinari, capaci di coniugare benessere animale, esigenze produttive, tutela ambientale e sviluppo locale.

Allevare cavalli da tiro nelle aree marginali: una scelta per il futuro

Allevare ha un senso

Scegliere di allevare cavalli da tiro nelle aree marginali non è solo una scelta di conservazione zootecnica, ma un atto di custodia attiva del paesaggio, della memoria e dell’economia locale. Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un investimento consapevole su forme di agricoltura e di gestione territoriale più lente, più attente, più resilienti.

Come ci ricordano Rivoal & Strecker (2017) nel loro studio sulla conservazione delle pratiche agricole tradizionali, «ciò che sopravvive non è ciò che resiste al cambiamento, ma ciò che riesce a integrarsi nel cambiamento con nuove funzioni e nuovi significati».

Nel 2025, il cavallo da tiro può ancora camminare al nostro fianco. Sta a noi scegliere di affiancarlo.

Annalisa Parisi – Centro Studi per la Biodiversità PASSIONECAITPR


Fonti

  • FAO. (2015). The Second Report on the State of the World’s Animal Genetic Resources for Food and Agriculture.
  • FAO. (2023). The State of the World’s Animal Genetic Resources for Food and Agriculture.
  • Boettcher, P.J., et al. (2010). Conservation of animal genetic resources in Europe. Livestock Science.
  • MacDonald, R., & Jolliffe, L. (2003). Cultural rural tourism: Evidence from Canada. Annals of Tourism Research.
  • Perevolotsky, A., & Seligman, N.G. (1998). Role of grazing in Mediterranean rangeland ecosystems. BioScience.
  • Rete Rurale Nazionale. (2020). Manuale per l’utilizzo della trazione animale nella gestione forestale sostenibile.
  • Institut Français du Cheval et de l’Équitation (IFCE). La traction animale en milieu forestier.
  • UNESCO. (2019). La transumanza, patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
  • Sallé, G., et al. (2022). Horse meat: Consumer perception and market evolution in France. Meat Science.
  • Mattiello, S., et al. (2017). Sustainable animal production: Integrating welfare, productivity and biodiversity. Italian Journal of Animal Science.
  • Rivoal, I., & Strecker, A. (2017). Agriculture et patrimoines vivants: les dynamiques de transmission et de transformation des savoir-faire agricoles. Ethnologie française.

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