Biodiversità: lo sviluppo rurale nelle aree ad alto valore naturale

by PASSIONECAITPR

Nell’ambito del progetto della Rete Rurale Nazionale “Biodiversità, Natura 2000 e aree protette” sono state individuate esperienze e buone pratiche di aziende agricole che operano in aree ad alto valore naturale.

Identificate 37 aziende che operano in 15 Regioni e coinvolgono più di 50 aree ad alto valore naturale, tra cui 11 Parchi nazionali, 28 siti Natura 2000, 10 parchi regionali, 4 Riserve naturali, 2 siti UNESCO.

L’agricoltura svolge un ruolo chiave nella tutela e valorizzazione delle risorse naturali.

Nell’ambito del progetto della Rete Rurale Nazionale “Biodiversità, Natura 2000 e aree protette” sono state individuate esperienze e buone pratiche di aziende agricole che operano in aree ad alto valore naturale.
L’agricoltura interessa circa la metà della superficie dell’Europa e di conseguenza ha delle notevoli implicazioni per quanto riguarda la conservazione delle risorse naturali. Ha modellato il paesaggio dell’Europa così a lungo che la maggior parte della biodiversità naturale europea è legata alle attività agricole tradizionali e molte specie e habitat dipendono attualmente da una particolare gestione agricola.

L’importanza strategica per la conservazione della biodiversità della qualità ambientale ed ecologica del territorio rurale è confermata anche dalle Direttive “Habitat” e “Uccelli”, che hanno individuato nella rete Natura 2000 aree rurali come Siti di Interesse Comunitario (SIC/ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), indicando come “prioritari” anche habitat generati e mantenuti dalle attività agricole tradizionali.

Il ruolo dell’agricoltore a difesa della biodiversità

L’importanza del ruolo dell’imprenditore agricolo come presidio ambientale e territoriale è riconosciuta anche dal recente Piano di azione dell’Unione Europea ( http://ec.europa.eu/environment/nature/legislation/fitness_check/action_plan/communication.zip) per la protezione della natura e della biodiversità a beneficio dei cittadini e dell’economia.

Il Piano evidenzia, infatti, l’importanza delle specie e degli habitat legati all’agricoltura e il ruolo della PAC come strumento per promuovere la gestione sostenibile dei terreni agricoli e forestali e comportamenti virtuosi da parte degli agricoltori a favore della biodiversità.
In particolare, al fine di rafforzare gli investimenti nelle aree Natura 2000, l’azione 9 del piano prevede la necessità di promuovere le sinergie con i finanziamenti della politica agricola comune, quali un uso efficace delle indennità Natura 2000 e delle misure agro-climatico-ambientali, lo sviluppo di regimi basati sui risultati, il sostegno agli agricoltori attraverso i servizi di consulenza agricola e l’innovazione e il trasferimento di conoscenze attraverso il partenariato europeo per l’innovazione sulla produttività e sostenibilità dell’agricoltura.
Questo ruolo dell’agricoltura nella conservazione di habitat semi-naturali, con alta biodiversità naturale e il ruolo di gestore del territorio dell’imprenditore agricolo, anche con il fine del ripristino e mantenimento di habitat naturali, è sostenuto attraverso i PSR, nello specifico mediante le misure connesse alla Priorità 4 “Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste” e la Focus area 4A “Salvaguardia e ripristino della biodiversità, tra l’altro nelle zone Natura 2000 e nelle zone agricole di alto pregio naturale, nonché dell’assetto paesaggistico“.

Il ruolo dei PSR

Negli ultimi tre periodi di programmazione (dal 2000 ad oggi) molte aziende agricole hanno colto le opportunità dello sviluppo rurale della PAC realizzando interventi specifici per la conservazione della biodiversità, differenziando le proprie attività nell’ambito della multifunzionalità per proporre attività connesse all’agricoltura, basate proprio sulla valorizzazione delle aree ad alto valore naturale del loro territorio.

L’attività sviluppata dal progetto 23.1- “Biodiversità, Natura 2000 e aree protette” del programma della Rete Rurale Nazionale ha consentito l’individuazione e la raccolta di buone pratiche di aziende agricole e rappresenta anche un utile riferimento per promuovere la disseminazione e lo scambio di esperienze sviluppate nei diversi territori.

Cercare di apprendere dalle attività già messe in atto da altri agricoltori e confrontarsi nel merito della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) degli interventi realizzati è senz’altro uno dei metodi più efficaci per diffondere le buone pratiche e fare formazione e innovazione.

Modelli di buone pratiche
La scheda progetto 23.1 ha, infatti, tra le sue finalità anche quella di identificare, raccogliere e valorizzare modelli ed esempi di buone pratiche nella gestione delle aziende, esperienze di gestione agricola  e forestale che ricadono all’interno di siti Natura 2000 o altre aree riconosciute come territori ad elevato valore naturale (Parchi nazionali e regionali, Riserve naturali, siti MAB Unesco, ecc.), aziende agricole che abbiano realizzato specifiche attività per la conservazione e la valorizzazione della natura e che rappresentino per tipologia e modalità di gestione un caso di eccellenza da segnalare all’attenzione delle altre aziende e dell’opinione pubblica.
L’obiettivo è stato quello di identificare le realtà più significative in relazione all’originalità e alla particolarità delle attività realizzate negli ultimi due periodi di programmazione della PAC attualmente in corso, in relazione agli obiettivi significativi in termini di conservazione del patrimonio naturale del territorio o di ripristino e gestione degli ecosistemi naturali in coerenza con la priorità 4 dello sviluppo rurale 2014/2020.
L’identificazione delle aziende agricole virtuose è stata realizzata dal CREA, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell’Ambiente, adattando la metodologia già definita per il progetto “Eccellenze Rurali“, avviato con la precedente programmazione della Rete Rurale Nazionale.
Nella prima fase della ricerca sono state raccolte numerose segnalazioni di aziende da parte delle Regioni, delle associazioni agricole, delle associazioni ambientali e degli enti gestori delle aree protette e delle aree Natura 2000.


Fattrici di razza CAITPR al pascolo

I numeri e le caratteristiche delle buone pratiche individuate
A partire dalle segnalazioni pervenute sono state selezionate, sulla base dei criteri contenuti nel documento metodologico, circa 40 esperienze rilevanti e buone pratiche. Tra queste, 10 esperienze aziendali, in relazione all’originalità e particolarità delle attività realizzate, saranno approfondite attraverso una visita sul campo e un’intervista all’imprenditore agricolo per documentare in dettaglio ogni specifica esperienza.
Riguardo alle esperienze e buone pratiche di aziende agricole individuate, un quadro di sintesi ci indica che queste si riferiscono a 15 Regioni e a più di 50 aree ad alto valore naturale, tra cui 11 Parchi nazionali, 28 siti Natura 2000, 10 parchi regionali, 4 Riserve naturali, 2 siti UNESCO (tabella).
Le caratteristiche delle aziende agricole coinvolte sono abbastanza diversificate, ad esempio, in riferimento alla tipologia di produzioni e di utilizzo delle superfici aziendali, nonché riguardo all’entità della diversificazione colturale e produttiva dell’azienda.
La maggior parte delle aziende ha un sistema di produzione biologico.

Si trovano comunque anche esempi di aziende che hanno sviluppato esperienze di agricoltura sinergica e di agricoltura biodinamica.

Dallo studio emerge anche che risulta essere piuttosto diversificata la dimensione aziendale, con una prevalenza di realtà medio-piccole che spesso si trovano in aree marginali e montane e che risultano, in diversi casi, gestite da giovani agricoltori o donne.
Molte realtà aziendali dimostrano una spiccata vocazione alla multifunzionalità e si “distinguono” per l’entità e l’originalità della diversificazione delle attività e dei servizi offerti dall’azienda (agriturismo, fattoria didattica, fattoria sociale, ecc…), anche in relazione alla valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità.
In molti casi all’interno delle aziende vengono valorizzati importanti elementi di qualità agroalimentare e di tipicità a livello locale attraverso la presenza di prodotti con certificazione di valore o l’utilizzo di marchi o loghi ufficiali, nonché la presenza di elementi legati alla biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
Significativa appare anche la capacità degli imprenditori di utilizzare e diversificare le fonti di finanziamento per promuovere investimenti e interventi in azienda legati alla valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità (programmi di sviluppo rurale, altri programmi cofinanziati, progetti LIFE, investimenti aziendali, ecc…).

In diversi casi le aziende agricole hanno utilizzato sia gli incentivi previsti dai PSR 2000/2006 che quelli dei PSR 2007/2013, mentre manifestano una certa “ritrosia” a cogliere appieno le opportunità dei fondi dei PSR 2014/2020, probabilmente anche a causa degli oneri burocratici connessi.
In alcuni casi le aziende hanno mostrato uno spiccato carattere innovativo e la possibilità di trasferire in altre realtà le buone pratiche sviluppate.

Significativa è anche la capacità, da parte di alcune aziende, di sperimentare e promuovere nuove soluzioni, nuovi prodotti e servizi.   
Un altro aspetto rilevante che emerge è sicuramente la capacità di integrazione con il territorio.

Molte realtà hanno saputo relazionarsi efficacemente a livello locale con gli attori territoriali istituzionali ed economici, anche attraverso collaborazioni o lo sviluppo di protocolli e progetti con l’ente gestore dell’area naturale protetta.
Le migliori esperienze sviluppate sono caratterizzate, oltre che dall’innovatività e dalla capacità di integrazione con il territorio, anche da un esplicito impegno dell’agricoltore ad attuare azioni a vantaggio della biodiversità e da una consapevolezza di essere all’interno di un’area ad elevato valore naturale che può offrire notevoli opportunità di diversificazione e di sviluppo economico per l’azienda agricola.

ESPERIENZE RILEVANTI

FONTE: RETE RURALE NAZIONALE – LUIGI SERVADEI – PIANETA PSR

=> SCARICA IL QUADERNO DELLE ECCELLENZE RURALI, ESPERIENZE DALL’AGRICOLTURA CHE CAMBIA

=> LA POLITICA DI SVILUPPO RURALE PER LA BIODIVERSITÀ, NATURA 2000 E LE AREE PROTETTE

NOTA DEL 19 MAGGIO 2022: il Ministro Patuanelli a Nature in Mind: “L’Omologazione distrugge biodiversità”

“La difesa del patrimonio di biodiversità costituisce un forte antidoto per lo sviluppo armonico dei territori, la fertilità dei suoli, la salubrità dell’aria, l’uso razionale dell’acqua e, più in generale, per lo sviluppo della produttività del sistema agricolo nazionale e della sicurezza del comparto alimentare italiano sotto il profilo qualitativo e salutistico”, ha detto Patuanelli parlando anche del un ruolo di primo piano rivestito dalle produzioni di eccellenza del nostro Paese, “un contrasto forte a quell’omologazione che porta alla distruzione della biodiversità”.

L’Associazione che in Italia si occupa fin dai primi anni del 2000 della valorizzazione etica del CAITPR, acronimo di Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido, della sua promozione attraverso progetti di conservazione, tutela e salvaguardia è PASSIONECAITPR, iscritta nel Registro delle Persone Giuridiche.

You may also like

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More

Privacy & Cookies Policy